– Samuele, nonostante la giovane età, tu puoi considerarti un veterano della Meteor. Cos’hai imparato dagli “anziani” del palcoscenico e cosa potresti invece insegnare ai più piccoli?
«Con i più “anziani”, chiamiamoli così, ho preso parte a La mummia è sempre la mummia e, già alla prima prova, si capiva subito come lavoravano. Mi ha colpito subito la loro voglia di fare e lo spirito con cui lo facevano: avevano tra di loro un legame così forte che, solo vedendoli recitare assieme, si capiva quanto ci tenessero. Trasmettevano passione. E preparare i più piccoli vuol dire proprio trasmettere voglia di fare e insegnare a non mollare davanti alle difficoltà, perché da soli si può far poco, ma insieme si può fare qualsiasi cosa.»
– Qual è la cosa più figa nel fare le prove? E quale quella più pesante?
«Gli errori, o meglio le cavolate che si sparano mentre si provano le battute: ne escono di tutti i colori. La cosa più pesante, il trauma di vedere Mirko Degan ballare.»
– Il tuo ruolo di “Passante 12” ormai è diventato mitico…
«Oramai sono più conosciuto come “Passante 12” che come Samuele Alfrondi… Non che fosse la mia aspirazione, chiaro, ma se il personaggio è piaciuto ed è rimasto nella memoria della gente, mi fa piacere. E poi era uno spettacolo in cui eravamo in tantissimi e io preferisco il lavoro di gruppo.»
– I Meteorini Adolescenti sono un gruppo eterogeneo: una dozzina di ragazzi davvero molto diversi tra loro, eppure molto affiatati. Cosa fa del gruppo adolescenti un gruppo veramente speciale?
«Sono approdato al gruppo in terza media e fin da subito mi sono sentito accolto: con loro è facile sentirsi “tirato dentro”. Questo legame all’interno di noi è un fattore fondamentale, perché sapere che tutti sono accolti e nessuno è messo in disparte, in un gruppo, fa davvero tanto. E poi, se si va d’accordo, la passione si moltiplica. E questo lo spettatore lo percepisce.»
– Tu sei da sempre un ragazzo molto impegnato, a più livelli. A settembre è ripartito anche il teatro: sei carico o…?
«Nonostante i 97 milioni di impegni che mi ritroverò, sono assolutamente carico! In questo anno di stop, la mancanza della felicità che mi dava il teatro si è fatta veramente sentire. Sono certo che avremo una bella spinta fin da subito e poi tireremo dritto per tutta la stagione.»
– Quando ti vedremo in scena di nuovo?
«Andrò in scena tra pochissimo con “L’uomo col giornale” di Paolo Starvaggi, sabato 18 e domenica 19 dicembre. E poi in primavera con il mio gruppo degli adolescenti.»
L’UOMO COL GIORNALE
Con la ripresa delle attività della Me.Te.Or. è partito “PrimoLab”, un laboratorio teatrale che ha riunito gli attori delle tre compagnie più verdi (elementari, medie e adolescenti) e che ha permesso di preparare e portare in scena, grazie all’aiuto dei giovani, nelle giornate del 18 e 19 dicembre 2021 uno spettacolo intriso di follia dal titolo “L’uomo col giornale”, atto unico firmato Paolo Starvaggi. Questo testo è stato concepito nel rispetto delle norme del distanziamento imposte dalla lotta al Coronavirus, il che ha permesso ai nostri ragazzi di riprendere finalmente a tornare in teatro, divertirsi insieme e avere un po’ di vita sociale, in sicurezza.
Quando spionaggio e controspionaggio si fondono in una commedia dai tratti comici, dove si riflette su quanto quello che gli altri vedono di noi rispecchi realmente ciò che si è veramente.
“L’uomo col giornale”,
atto unico di Paolo Starvaggi
Teatro Mediglia (MI)
sabato 18 dicembre ore 21.00
domenica 19 dicembre ore 15.30
NECESSARIA PRENOTAZIONE VIA WHATSAPP al numero 3478252752
REQUISITO PER PARTECIPARE: essere in possesso del SUPER GREENPASS (o Greenpass rinforzato)
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