Questa sera non si recita. Neanche a soggetto. È, più o meno, quello che si sono sentiti dire gli attori della compagnia Me.Te.Or. – già agghindatissimi in abito di scena, trucco e parrucco e prontissimi a calarsi nei personaggi de La banda de l’Ortiga – la sera del 21 febbraio 2020. Non si recitò quella sera, né quella successiva, né quella dopo ancora, né – ahinoi lo sappiamo bene – nei mesi che si sono succeduti di lì in poi.
E così la storia ambientata in una malandata e gelida “ca’ de toll”, dove la famiglia Spreafico trascorre una vita da fame, cercando di sbarcare il lunario con espedienti vari, è dovuta restare nella Milano anni ’60 dove il buon Marzio Omati l’aveva ambientata, partendo dallo spunto del prolifico Samy Fayad, il “libanese napoletano”.
Attese, speranze, timide ipotesi di un cartellone della stagione, prove programmate, annullate, riprogrammate e poi di nuovo annullate. E questo, naturalmente, non solo per quello spettacolo dialettale bruscamente bloccato nel retropalco, ma per tutte le compagnie della Me.Te.Or., per tutte le compagnie del mondo.
Non restava altro che ripassare speranzosi il copione e riguardare sorridendo le fotografie e i filmati dei recenti “El vedov allegher” e “Farmacia de nott… on bell casott”.
I tempi però oramai sembrano maturi e i lazzi degli attori, le situazioni paradossali e i comici colpi di scena stanno finalmente per prendere vita sul nostro palcoscenico, facendo finalmente risuonare fragorose le risate in sala e, idealmente, riannodando il filo spezzatosi quella sera.
La Compagnia Me.Te.Or. in:
La banda de l’Ortiga,
tre atti di Samy Fayad,
vers. dialettale Marzio Omati
Teatro Mediglia,
venerdì 19 novembre, h. 21
sabato 20 novembre, h. 21
sabato 27 novembre, h. 21
Prenotazione obbligatoria al numero 3385970934
Per accedere allo spettacolo è necessario essere in possesso del GreenPass
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